Storie in una storia
Eleonora Uni Mondo
cittadina messinese
Mi hanno salvato la vita! E la fortuna non c’entra. O forse in pane si.
Perché è stata indubbiamente una fortuna che Il, in quel momento, abbia incontrato sul mio percorso il dottore lannello e il suo staff: indiscutibilmente un’eccellenza. Ma più che la fortuna è stata la competenza a fare la differenza, quella di un’equipe medica che merita di essere elogiata pubblicamente.
Il 16 marzo, degli straordinari urologi mi hanno strappata alla morte e, nei giorni a seguire, hanno individuato la più adeguata terapia per rimettermi in sesto, cosa niente affatto semplice o scontata. Devo riconoscere che ciò accadeva all’interno di un reparto che mi ha stupita tanto per professionalità ed umanità quanto per inadeguatezza strutturale e spaziale: tre-e dico tre- reparti ancora accorpati in uno, in piena promiscuità e con tutta la confusione del caso. Un nonsense che mi pare realmente eccessivo, al netto di qualsivoglia riorganizzazione causa Covid.
Non posso trattenermi dal dire che all’lrccs Piemonte c’è un centro di Urologia che non può rischiare di essere sottodimensionato, ma anzi deve essere valorizzato. E sono certa non sia l’unico reparto lo meriti.
Da cittadina e contribuente mi aspetto ne siano consapevoli i nostri politici, spero lo sia la direzione del nosocomio, e auspico che sempre più pazienti vorranno esprimere il proprio sostegno e pubblicizzare apertamente le realtà virtuose locali. Perché non si può parlare di sanità usando sempre e solo il prefisso mala”, lasciando così che la negatività offenda la serietà e il buon lavoro di chi ogni giorno salva vite. affianca malati, affronta sfide spesso molto ardue e altrettanto spesso le vince!
Pertanto, così come sarò sempre convinta che mediocrità e scarsezza vadano denunciate pubblicamente, allo stesso modo ritengo che il merito e il valore debbano essere urlati ai quattro venti. Grazie, dunque. a titolo personale a tutto il team di Urologia del Piemonte a partire dal primario, il dott. Antonio lannello, figura della quale, da messinesi, c’è da andar fieri, un top player che abbiamo il privilegio di aver riportato a casa. Ai medici che al suo fianco operano ogni giorno, i dottori Contessa e Gulletta: agli anestesisti, gli infermieri, il personale, un ringraziamento dal profondo del cuore per avermi assistita con amorevole delicatezza in un momento storico nel quale il paziente ospedaliero è tendenzialmente solo, senza poter ricevere visite o cure familiari in virtù delle misure di sicurezza legate all’emergenza pandemica.
Alla dottoressa Margherita calderone, meticolosa professionista che con la sua eccellente competenza in materia di Patologia clinica, arricchita da un’inestimabile capacità empatica. ha completato alla perfezione il quadro sinergico che mi ha restituita alla mia famiglia, un grazie particolare.
A Paola che viaggia ogni santo giorno da una sponda all’altra dello Stretto, zigzagando tra corse in orari quantomeno ostici e distanze da colmare; Ad Anna che non manca di dire la parola gentile, mai. A Mattia e Dora, Pietro e Franco, Tonino e Cristofaro, che non si limitano a svolgere un lavoro, ma affrontano la loro missione di professionalità e d1 amore. A Maria che non si risparmia, conferendo alla divisa che indossa un umanità profonda e cristiana. A Petronilla, che dà un contributo di rara precisione nel mantenere tutto il più pulito e sano possibile. Al resto del personale infermieristico e parasanitario che, con il sorriso e la fierezza di far parte di una squadra di massimo livello, affronta le sfide quotidiane .. . nonostante tutto.
Grazie a voi tutto, siete parte di un insieme che mi auguro possa ricevere la valorizzazione e il sostegno che merita. Da par mio, intanto, non voglio mancare di rivolgervi tutta la riconoscenza possibile.
Fonte: Gazzetta del Sud