Sono stati effettuati dall’U.O.S.D. di Urologia diretta da Antonio Rosario Iannello, con
confezionamento di neovescica ortotopica nei confronti di due pazienti affetti da carcinoma di alto grado infiltrante alla vescica.
di Valentina Campo
MESSINA. L’U.O.S.D. di Urologia dell’Irccs-Bonino Pulejo di Messina, diretta dal dott. Antonio Rosario Iannello, si conferma un centro di eccellenza per l’esecuzione di operazioni all’avanguardia, con l’ausilio del Robot Da Vinci XI.
Di recente infatti, due pazienti affetti da carcinoma di alto grado infiltrante alla vescica, sono stati sottoposti ad una cistectomia radicale robotica, con confezionamento di neovescica ortotopica. Una pratica innovativa, che rappresenta un primato per il dott. Iannello e per l’Istituto Bonino Pulejo, dato che nessun’altra struttura, in Sicilia ed in Calabria, effettua questo tipo di intervento.
«La cistectomia radicale robotica- ha spiegato il dott. Iannello- prevede l’asportazione della vescica, della prostata e dei linfonodi addominali, mentre il confezionamento della neovescica ortotopica avviene su un tratto di intestino, l’ileo, in maniera intracorporea e con una piccola cicatrice. In pratica si prendono circa 50 cm di intestino e si riconfigurano a forma di vescica. Così si dà la possibilità al
paziente di urinare per vie naturali, senza essere costretto a portare una sacca esterna».
I benefici di questa tipologia di operazione sono notevoli, ma può essere realizzata solo in casi determinati. “Con la neovescica- ha precisato il primario- il soggetto non avrà più lo stimolo ad urinare, quindi dovrà ricordarsi autonomamente di farlo ogni 2-3 ore. Per questo motivo, è importante che si tratti di un paziente giovane, attivo, motivato e senza disturbi cognitivi. Inoltre, è necessario che il carcinoma non sia localmente avanzato”.
L’utilizzo del Robot Da Vinci XI consente ulteriori vantaggi, che con la medicina tradizionale non sarebbe possibile ottenere. L’incisione che viene realizzata da parte del chirurgo, manovrando i 4 bracci del robot da remoto, attraverso joystick e pedaliera, è molto piccola, circa 5 cm, contro i 15-20 della chirurgia “a cielo aperto”.
«Il Robot ha una doppia telecamera- ha aggiunto Iannello- che permette sia una visione tridimensionale, sia l’ingrandimento da 15 a 20 volte. Inoltre, è presente un filtro che azzera il tremore fisiologico della mano. Questo strumento ha la capacità di ridurre a zero i limiti umani, per quanto riguarda la vista, il movimento e la precisione. Rappresenta quindi, la chirurgia del presente e del futuro, che non ha niente a che vedere con gli interventi del passato. Il Da Vinci non ha capacità
decisionale, ma fa esattamente ciò che comanda il chirurgo. Il movimento viene infatti replicato istantaneamente sulle braccia del robot».
Il fatto che rappresenti un intervento mininvasivo comporta anche meno complicazioni post operatorie: «Il paziente avrà una degenza minore- ha affermato il primario- e nella maggior parte dei casi non avrà bisogno di ricevere trasfusioni, come avviene invece per il 90% delle operazioni “a cielo aperto”. Non solo, si riduce sensibilmente il rischio di sviluppare la laparocele, un’ernia che si forma
quando si fa un’incisione e che necessita di un ulteriore intervento riparativo. Trattandosi di incisioni molto piccole invece, le percentuali, che di norma costituiscono circa il 30% dei casi, si abbassano notevolmente».
Ad assistere il dott. Iannello nella cistectomia radicale robotica con confezionamento di neovescica ortotopica, è stata l’equipe formata dal dott. Massimo Gulletta (urologo), dal dott. Vittorio Lombardo (direttore Unità operativa di Chirurgia Generale), che ha effettuato la resezione intestinale e l’anastomosi intestinale sempre in robotica, dalla dott.ssa Lea Lucchese (chirurgo generale) e dai
dott. Riccardo Trifilò e Rossana Panasiti (anestesisti).Infine, il direttore ha voluto sottolineare il grande lavoro effettuato dalla propria Unità, nonostante
l’attuale pandemia: «La nostra Unità di Urologia malgrado le difficoltà sopraggiunte per l’emergenza Coronavirus in atto, grazie all’esperienza maturata eseguendo numerosi interventi oncologici su prostata, reni e vescica, può affermare che anche la rimozione della vescica e la successiva ricostruzione robotica intracorporea della stessa su un tratto di intestino, in casi ovviamente selezionati, oggi è una realtà. Questa è una speranza per tanti pazienti siciliani, che adesso vedono più lontani i viaggi della speranza, oltre i confini della nostra isola»
Fonte: InSanitas